La macchina da presa ha giocato un ruolo importante nella scoperta delle isole Eolie da parte dei turisti. A cominciare dalla fine degli anni '40, quando Alliata, Maraini e Moncada fondavano la Panaria Film e giravano una serie di documentari sulle isole Eolie (Bianche Eolie, Isole di Cenere, Cacciatori Sottomarini) con le prime riprese subacquee in assoluto. Poi la love story tra Rossellini e la Bergman esplosa durante le riprese di "Stromboli, terra di Dio" e che suscitò le ire di Anna Magnani. Ne parlarono per settimane tutti i giornali del tempo e fece conoscere le Isole Eolie in tutto il mondo.
Poi a seguire nel 1949 registi come William Dieterle e Roberto Rossellini girarono quasi contemporaneamente i film "Vulcano" e "Stromboli", scegliendo per i ruoli principali le dive del momento, Anna Magnani ed Ingrid Bergmani.
Questi film, uniti allo scandalo per la relazione tra la Bergman e Rossellini, che per questa nuova storia d'amore abbandonava la Magnani, creava il mito delle Eolie "isole selvagge" ed innescava l'esplosione del turismo eoliano che ancora oggi continua ed natura ha consentito la nascita di strutture moderne pur nel rispetto dello stile.
Fino ad arrivare ai "nostri giorni", si fa per dire, al 1983, quando i fratelli Taviani ambientarono nelle cave di pomice di Porticello a Lipari, uno degli episodi del film "Kaos". Poi negli anni novanta il regista Nanni Moretti ha scelto di nuovo le Eolie nel film "Caro diario" raccontandole non come sono nella realtà ma utilizzandole come palcoscenico di microcosmi rappresentativi della società attuale in cui le problematiche del mondo moderno vengono deformate ed esasperate portandone le conseguenze all'eccesso (dalla caotica Lipari all'isolata Alicudi, da Salina in balìa dei figli unici alla snob Panarea, sino ad una Stromboli che rifiuta il turismo).
Al contrario il regista ed attore Massimo Troisi ne esaltò il lato poetico, girando nel borgo di Pollara a Salina gran parte del proprio ultimo film "Il postino", candidato al premio Oscar quale miglior film.